La sceneggiatura è un lavoro costante e metodico, contraddistinto da limiti sia creativi che produttivi. Ma scrivere vuol dire anche abbandonarsi a un’emozione o a un gesto intravisto per caso, mettere in una storia ciò che amiamo, che ci rispecchia e che accende la nostra immaginazione. Umberto Contarello, scrittore e sceneggiatore – tra gli altri – di La grande bellezza e Loro di Paolo Sorrentino – riflette sulla possibilità di lasciarsi ispirare da un’istantanea, da un sogno o una fantasticheria per tradurli, attraverso la forza evocativa di parole e immagini, nel proprio mondo narrativo.
Sommario
La sceneggiatura: un lavoro costante. La narrazione come ordine virtuale. Lo scrittore che sa tutto non si diverte. Supporre, non dire. Laboratorio: dall’emozione alla scena. L’arte del giustapporre. Mettere nei film che le cose che ci piacciono. Non cercare le risposte, scrivi le domande. Due esempi: Il tempo dei gitani di Emir Kusturica e Loro di Paolo Sorrentino. Scegliere le parole.