Forse ci siamo sopravvalutati. Ormai è evidente che questa specie non merita di sopravvivere. Allora, per trovare qualche esempio a cui ispirarsi per migliorare, bisogna rivolgersi altrove, al regno animale e vegetale, e perfino agli oggetti. O a quei pochi esseri umani che esprimono ancora qualcosa di buono. Tiziano Scarpa fa proprio questo: si guarda intorno e chiede aiuto alle piantine di arachidi, al pesce nasello, alla caffettiera, al bruco, ne indaga le caratteristiche per ricavare da loro uno sprone, un’iniezione di energia morale; ma lo fa anche con gli eroi civili del nostro tempo, come Marco Cappato, e con i campioni sportivi in declino che non mollano neanche di fronte all’inevitabile. Il suo è uno spettacolo di poesia in piedi; o, come dicono gli anglosassoni, stand up poetry: non solo perché si recita sul palco, ma perché è fatta di parole che cercano di non accasciarsi.
Tiziano Scarpa
È nato a Venezia nel 1963. Tra i suoi libri, Occhi sulla graticola (Einaudi 1996 e 2005), Nelle galassie oggi come oggi (con Raul Montanari e Aldo Nove, Einaudi 2001), Kamikaze d’Occidente (Rizzoli 2003), Groppi d’amore nella scuraglia (Einaudi 2005 e 2010 e «Collezione di poesia» Einaudi 2020), Stabat Mater (Einaudi 2008, 2010 e 2023, Premio Strega 2009 e Premio SuperMondello 2009), L'inseguitore (Feltrinelli 2008), Le cose fondamentali (Einaudi 2010 e 2012), Il cipiglio del gufo (Einaudi 2018 e 2020), La penultima magia (Einaudi 2020), La verità e la biro (Einaudi 2023).