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“Il segreto del carillon”. Quattro domande a Silvia Bernardi

    In occasione dell’uscita del suo romanzo d’esordio per Mondadori, abbiamo chiesto a Silvia Bernardi, allieva di Cristina Brambilla al corso Scrivere per ragazzi, di rispondere ad alcune domande su Il segreto del carillon.

    1. La tua storia nasce all’interno di un laboratorio di scrittura: qual è stata l’origine, la scintilla narrativa a partire dalla quale hai concepito tutto il resto?

    Che bella domanda! In effetti si è trattata proprio di una scintilla che svolazzando ha incontrato un’idea, e si è creata una reazione chimica… che ha dato vita a qualcosa che un attimo prima non c’era, e poi c’è stata! Cristina Brambilla, durante il corso Scrivere per ragazzi, ci aveva proposto un esercizio sull’incipit: bisognava scrivere un incipit in cui un personaggio assisteva a una conversazione che non avrebbe dovuto sentire. Questa consegna ha incontrato le avventure di Arsène Lupin, ladro gentiluomo, personaggio che mi ha sempre appassionata e libro che in quelle settimane era con noi al mare. È stato veramente un attimo, ed è nata la storia di Eveline e Monsieur Samedi. Dopodiché è iniziato il vero e proprio lavoro di creazione e architettura della storia, durato quasi un anno. Ma l’incipit che si trova nel Segreto del carillon è rimasto sostanzialmente identico!

    2. Nell’editoria per ragazzi la suddivisione in fasce d’età (6-9 anni, middle-grade, young adult…) condiziona fortemente la trama, le atmosfere, lo stile, il “tono” del libro. Mentre scrivevi la storia di Eveline, avevi in mente un lettore/lettrice ideale?

    Mi è stato chiaro fin da subito che questa storia si rivolgeva a ragazzi “middle-grade”, un po’ per l’età della protagonista – che si trova nella fase di passaggio dall’infanzia al momento in cui inizi a chiederti chi sei –  e un po’ per lo stile di scrittura che desideravo usare. Inoltre, trovo l’età compresa tra 10 e 14 anni particolarmente interessante: è un periodo di grandi trasformazioni, in cui sei sia grande che piccolo e, anche se alcuni aspetti dell’infanzia si sono già sedimentati, altri sono ancora in trasformazione e restano molti giochi da fare. È un’età in cui tutto è possibile, il mondo si rivela e tu ti riveli a lui, e in cui c’è bisogno di scoprire l’avventura.

    3. La vicenda omaggia apertamente il romanzo d’appendice ottocentesco (penso a Wilkie Collins, citato più volte). Quanto è importante per te questo genere letterario, e quali sue caratteristiche ti hanno ispirato durante la stesura?

    Importantissimo, sia come letture personali che come periodo storico! Eveline è una grande lettrice – possiamo spoilerarlo – e i libri che legge costituiscono una sorta preambolo all’avventura che si troverà ad affrontare, ma non solo. L’Ottocento è un periodo a cui sono affezionata, l’ho sempre percepito come un’epoca in cui il mondo era qualcos’altro rispetto ad ora e in cui era ancora diffusa una certa raffinatezza. I romanzi d’appendice sono romanzi eleganti, dove la trama è ricca di colpi di scena, i personaggi hanno spesso un lato simbolico, e le ambientazioni affascinanti ci raccontano un mondo passato di cui la nostra cultura è permeata tutt’oggi.

    4. Tre romanzi – non necessariamente per ragazzi – senza i quali Il segreto del carillon non sarebbe esistito?

    Solo tre?! Difficile scegliere, ma ci proviamo. Il primo è senza dubbio Arsène Lupin, ladro gentiluomo: come dicevo, la figura di Lupin ha ispirato apertamente il personaggio di Samedi… per scoprire effettivamente quanto e come, occorre leggere il libro! Il secondo romanzo è Polissena del Porcello di Bianca Pitzorno, uno dei romanzi che considero di maggior formazione per la mia vita da lettrice, una storia dove i colpi di scena non sono mai gratuiti, ma sempre funzionali a una narrazione incalzante, quasi come fosse una danza. Potrei citare tutti i romanzi che cito nel libro (I Tre Moschettieri, La Pietra di Luna, Il Fantasma dell’Opera, le opere di Dickens e altri…) ma come terzo romanzo scelgo invece un libro che ha migliorato la mia vita di lettrice adulta, ovvero Non Lasciarmi di Kazuo Ishiguro. Sono molto grata a questo libro perché mi ha trasmesso allo stesso tempo un senso di nostalgia e di apertura al futuro, qualcosa di impalpabile e magistrale che mi rimane dentro da anni.

    Silvia Bernardi

    È nata nel 1985 a Bologna. Fin da bambina ha sempre preferito leggere ancora una pagina piuttosto che spegnere la luce e mettersi a dormire, e anche oggi continua a barattare ore di sonno con storie meravigliose.
    Dopo essersi laureata in Conservazione dei Beni Culturali, ha iniziato a lavorare nella comunicazione, e si è sempre occupata di libri e scrittura.
    A otto anni è andata a Parigi per la prima volta, e ha deciso che prima o poi avrebbe raccontato una delle storie nascoste tra strade, parchi misteriosi, giardini fioriti e palazzi scintillanti: è nato così Il segreto del carillon(Mondadori 2024), il suo primo romanzo.