Mauro Ghidoni è il vincitore della borsa di studio di Professione: traduttore, il corso intensivo per traduttori letterari dal francese con Elena Cappellini, Luciana Cisbani, Anna D’Elia, Chiara Denti, Lorenzo Flabbi, Simona Mambrini, Chiara Manfrinato, Franco Nasi, Francesca Novajra, Elena Pessini, Mirella Piacentini, Giovanna Scocchera, Francesca Serafini, Ornella Tajani che si terrà online dal 1 ottobre.
Il bando della borsa di studio chiedeva ai partecipanti di tradurre le prime pagine di Trois femmes dans la vie de Vincent van Gogh di Mika Biermann. Ecco la versione in lingua originale:
Un crayon. Cadeau de l’Oncle Cent. Il est passé à Groot-Zundert, il a bu de la bière, il a raconté les boulevards de Paris, il a fait des clins d’œil appusyés aux femmes, il a donné des bonbecs aux petits et un crayon à son filleul. Un crayon de charpentier, usé, laqué de rouge. Vincent n’en a jamais vu, de crayon. À l’école, les élèves écrivent à la craie sur une ardoise. Son père écrit à la plume d’acier Birmingham. Sa mère ne note jamais rien, elle a une mémoire infaillible. Un crayon, c’est une chose rare. Vincent a peur qu’on lui confisque l’objet. Il ne sait pas quoi en faire. Il lui faudrait du papier pour l’essayer ; on n’en trouve pas dans la maison, sauf sur le bureau de son père, à côté de l’encrier, où s’empilent les lettres pour le diocèse. Il n’est pas question d’y toucher quoi que ce soit.
Vincent prend l’exemplaire des pièces de Shakespeare sur l’étagère. Le nom de l’auteur est gravé en lettres dorées dans le cuir de la couverture. Anna Birnie s’en sert pour lui apprendre l’anglais. It was the lark, the herald of the morn, no nightingale… Les autres ne savent pas qu’ils lisent Romeo and Juliet. C’est un secret entre lui et la gouvernante. Il ouvre le livre. La dernière page est vide. Il y trace une ligne au crayon. L’horizon. Une deuxième, parallèle à la première. Un chemin. Puis il fait un V. C’est un oiseau. Puis il dessine deux personnages. On reconnaît Roméo à l’épée dans sa main, et Juliette à ses longs cheveux. Il ajoute deux U sur le devant de la robe : les seins. C’est osé. C’est cochon. Het is schandalig. En passant le pouce, ça ne s’efface pas. Maintenant une tache grise souligne la poitrine. Il fau- drait arracher la page. Vincent tire. C’est du papier de bonne qualité ; il gondole, il se froisse, mais il ne cède pas. Il repose le livre sur l’étagère. Ce n’est qu’une question de temps avant que quelqu’un s’en aperçoive, il sera certainement puni par son père, probablement consolé par sa mère, et on lui prendra le crayon. Ce n’est pas grave, il n’a pas de couteau pour le tailler, de toute façon.
Son père est au presbytère, sa mère au marché, Anna Birnie ne revient que demain, la vieille Leentje dort assise sur le banc de la cuisine, devant une bassine de petits pois à écosser. Dehors brille une belle journée d’été.
Le garçon sort dans la rue.
Traduzione di Mauro Ghidoni
Una matita. Regalo dello zio Cent. È passato per Groot-Zundert, ha bevuto birra, ha raccontato i boulevard di Parigi, ha fatto l’occhio languido alle donne, ha regalato caramelle ai bambini e una matita al suo figlioccio. Una matita da falegname consumata, laccata di rosso. Vincent non aveva mai visto una matita. A scuola, gli alunni scrivono su una lavagna con il gesso. Il padre scrive con una penna d’acciaio di Birmingham. La madre non mette mai niente per iscritto, ha una memoria di ferro. Una matita è una cosa rara. Vincent ha paura che possano portargliela via. Non sa come usarla. Gli ci vorrebbe della carta per fare delle prove; in casa non se ne trova, se non sulla scrivania del padre, accanto al calamaio, dove sono impilate le lettere per la diocesi. Toccare qualsiasi cosa in quel posto è impensabile.
Vincent prende una copia delle opere di Shakespeare dallo scaffale. Il nome dell’autore è inciso a lettere dorate sulla copertina in pelle. Anna Birnie se ne serve per insegnargli l’inglese. It was the lark, the herald of the morn, no nightingale… Gli altri non sanno che stanno leggendo Romeo and Juliet. È un segreto tra lui e l’istitutrice. Apre il libro. L’ultima pagina è bianca. Disegna una linea a matita. L’orizzonte. Una seconda, parallela alla prima. Un sentiero. Poi traccia una V. È un uccello. Poi disegna due figure. Romeo è riconoscibile per la spada in mano e Giulietta per i lunghi capelli. Aggiunge due U sul davanti della veste: i seni. È audace. È volgare. Het is schandalig. Con il pollice non si riesce a cancellarlo. Ora una macchia grigia fa risaltare il petto. Bisognerebbe strappare la pagina. Vincent ci prova. È carta di buona qualità; si stropiccia, si sgualcisce, ma non cede. Rimette il libro sullo scaffale. È solo questione di tempo prima che qualcuno se ne accorga; sicuramente il padre lo punirà, probabilmente la madre lo consolerà, e gli toglieranno la matita. Non è poi così grave, tanto non ha un coltello per temperarla.
Il padre è al presbiterio, la madre al mercato, Anna Birnie tornerà solo domani e la vecchia Leentje dorme seduta sulla panca della cucina con davanti una bacinella di piselli da sgranare. Fuori brilla il sole, è una bella giornata estiva.
Il ragazzo esce in strada.
Commento di Lorenzo Flabbi
La scelta della traduzione migliore tra quelle proposte si basa su diversi criteri che prendono in considerazione non solo la fedeltà semantica, ma anche la qualità stilistica e la naturalezza del testo.
Tra tutte, la traduzione di Mauro Ghidoni si distingue per la sua capacità di mantenere l’eleganza e la fluidità del testo di partenza. Frasi come «occhio languido» (al posto ad esempio di «occhiolino prolungato» o «insistente») e «memoria di ferro» (per tradurre «mémoire infaillible») non solo sono aderenti al significato dell’originale, ma aggiungono un tocco di naturalezza stilistica che rispecchia l’intenzione letteraria dell’autore. Da rilevare anche la traduzione di «osé» con «audace», particolarmente efficace nel catturare il tono del testo. Un altro aspetto significativo di questa traduzione risiede nella sua coerenza e scorrevolezza. Ogni frase è nel complesso costruita in modo tale da risultare naturale e senza forzature linguistiche, cosa che facilita la lettura e mantiene l’attenzione del lettore. Questa attenzione ai dettagli e alla qualità stilistica dimostra una profonda comprensione del testo originale e una sicura abilità nel trasporlo in italiano, giustificando la sua posizione come la traduzione più riuscita tra quelle proposte.
Tuttavia, è importante notare che anche questa traduzione, naturalmente, non è priva di margini di miglioramento. Ad esempio nel sintagma «dove sono impilate» (a cui si preferiscono le proposte «dove si ammucchiano/accumulano») o nel caso della penultima frase, «Fuori brilla il sole, è una bella giornata estiva», che non riesce a catturare appieno la semplicità e la vividezza dell’originale francese «Dehors brille une belle journée d’été». In questo caso specifico a versione italiana appare più normativa e stereotipica, perdendo parte dell’efficacia stilistica presente nel testo francese. Una traduzione più accurata e poetica potrebbe essere «All’esterno splende una bella giornata d’estate» che riprende meglio la naturalezza e la freschezza dell’originale. Nonostante queste piccolezze, la traduzione di Mauro Ghidoni rimane la più convincente nel complesso, grazie alla sua elevata qualità stilistica e alla sua capacità di mantenere il tono e l’atmosfera del testo originale.