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Le traduttrici consigliano. Otto letture per l’estate

    In vista delle vacanze abbiamo chiesto a otto docenti dei corsi di traduzione dall’inglese e dal francese di consigliarci un libro a testa – e relativa traduzione – spaziando fra nuove uscite e classici.

    Buona lettura!

    Silvia Pareschi: Lolita di Vladimir Nabokov (traduzione di Giulia Arborio Mella, Adelphi 1993)

    “Quando mi sono iscritta all’università per studiare russo (ebbene sì, sono laureata in russo, ma il russo mi ha sconfitta: non sono mai riuscita a impararlo) covavo dentro di me un vago sogno di diventare traduttrice. Quando però ho letto i grandi classici russi in quelle traduzioni ammuffite piene di babbini e colombelle, il mio sogno si è un po’ sbiadito: se tradurre voleva dire scrivere in quell’italiano barbogio, forse era meglio che mi cercassi un altro mestiere. Ma poi è arrivato l’esame di letteratura in cui ho portato uno dei miei libri preferiti in assoluto: Lolita. Nella traduzione sublime – dall’inglese, perché Nabokov l’aveva scritto in inglese – di Giulia Arborio Mella. È grazie a quella traduzione che è rinato il mio sogno di diventare traduttrice. Grazie a Lolita e a Giulia. E oggi, per chi volesse leggere i classici russi finalmente liberati dai babbini e dalle colombelle, ci sono le nuove traduzioni – altrettanto sublimi – di Claudia Zonghetti. Cominciate da I fratelli Karamazov e da Anna Karenina; altri ne arriveranno, e io non vedo l’ora.”

    Simona Mambrini: La peste di Albert Camus (traduzione di Yasmina Mélaouah, Bompiani 2017)

    “La nuova traduzione di Yasmina Mélaouah della Peste di Camus riesce a restituire magistralmente la voce corale di un’intera città che assurge a emblema dell’umanità intera. Il rigore filologico si unisce a un ascolto attento alla musica di sottofondo che compongono le parole e le frasi, nei dialoghi così come nelle descrizioni: un tessuto linguistico senza cedimenti dall’inizio alla fine.”

    Ornella Tajani: I diabolici di Pierre Boileau e Thomas Narcejac (traduzione di Giuseppe Girimonti Greco e Federica Di Lella, Adelphi 2014)

    I diabolici è, innanzitutto, uno splendido romanzo, un noir psicologico e inquietante perfettamente riuscito, scritto da due maestri del genere, Boileau e Narcejac, dalle cui opere sono stati tratti film altrettanto magnifici: La donna che visse due volte di Hitchcock, ad esempio; o, appunto, I diabolici di Clouzot. Il romanzo presenta però importanti differenze con il film ed è quindi di grande godibilità anche per chi ne conosca già l’adattamento.
    Il pubblico italiano ha la fortuna di poterlo leggere in una traduzione mirabile, opera di Federica Di Lella e Giuseppe Girimonti Greco che hanno prodotto una resa impeccabile di atmosfere e dialoghi. Per chi fosse interessato a questioni di genetica della traduzione collaborativa, ovvero il “dietro le quinte” del lavoro a quattro mani, qui un articolo proprio su I diabolici.

    Elena Cappellini: Attaccare la terra e il sole di Mathieu Belezi (traduzione di Maria Baiocchi, Gramma Feltrinelli 2024)

    Damiano Abeni: Il musicante di Saint-Merry, versi di Ezra Pound, René Char, William Carlos Williams, Albert Camus e Guillaume Apollinaire (traduzione di Vittorio Sereni, il Saggiatore 2019)

    Anna D’Elia: Rrosa la vita di Robert Desnos (traduzione di Nicola Ferrari, Edizioni San Marco dei Giustiniani 2021)

    “Consiglio caldamente questo libro, anche se molto tecnico, perché è un impeccabile esempio di traduzione di un testo poetico.
    Un consiglio aggiuntivo (da cercare in biblioteca o da comprare usato): Il mare di Jules Michelet nella traduzione di Aurelio Valesi con prefazione di Antonio Tabucchi (Il melangolo 1992).”

    Federica Aceto: Ciclo di Malaussène di Daniel Pennac (traduzione di Yasmina Mélaouah, Feltrinelli 1991-2023)

    “Il consiglio che mi viene in mente è l’intero ciclo di Malaussène di Daniel Pennac tradotto da Yasmina Melaouah. Ho letto quei libri quando viaggiavo da Formia a Napoli per andare all’università. Studiavo lingue ma non avevo mai riflettuto più di tanto sul ruolo del traduttore. La vivacità pirotecnica della lingua e la genialità di certe trovate mi spinsero a controllare per la prima volta (o quando meno che io ricordi) chi avesse tradotto quei libri. L’ammirazione che provai allora per Yasmina Melaouah è tutt’ora immutata: per me resta un esempio inarrivabile.”

    Isabella C. Blum: Un libro in traduzione a scelta, da confrontare con il testo originale. 

    “Io proporrei, come esercizio propedeutico, la lettura in italiano e in lingua originale di una traduzione qualsiasi: anche, in ultima analisi, di una traduzione mediocre. Un libro tradotto che si ha voglia di leggere. Il confronto tra resa italiana e lingua originale è sempre interessantissimo e utile per sviluppare spirito critico.”

    > Il programma del corso Professione traduttore (dal francese) lo trovate qui; il programma di Professione traduttore (dall’inglese) lo trovate qui.

    Silvia Pareschi

    Ha tradotto numerose opere di autori di lingua inglese, fra cui Jonathan Franzen (di cui è la voce italiana), Don DeLillo, Cormac McCarthy, Denis Johnson, Zadie Smith, Shirley Jackson, Annie Proulx, Junot Díaz, Amy Hempel, Colson Whitehead. È autrice del libro di racconti I jeans di Bruce Springsteen e altri sogni americani (Giunti 2016). Ha ritradotto per Mondadori Il vecchio e il mare di Ernest Hemingway (2021). Nel 2019 ha ricevuto il premio Classifica di Qualità de “la Lettura” per La generosità della sirena di Denis Johnson, nel 2022 il premio Il Mouse del Traduttore per Crossroads di Jonathan Franzen, e nel 2024 il Premio Pavese alla carriera. Il suo ultimo libro è Fra le righe. Il piacere di tradurre (in uscita a settembre 2024 per Laterza).

    Simona Mambrini

    Simona Mambrini è laureata in Lettere Moderne e ha conseguito un dottorato di ricerca in letterature comparate. Traduce da una trentina d’anni dall’inglese e dal francese, narrativa (per adulti e ragazzi) e saggistica. Tra gli autori tradotti: Rachel Bespaloff, J.G.M Le Clézio, Bruno Latour, Charles Perrault, Antoine de Saint-Exupéry, Georges Simenon. Collabora con la casa editrice Zanichelli agli aggiornamenti del dizionario francese-italiano Boch ed è autrice di un dizionario bilingue per le scuole medie (Il francese 10-14) (Zanichelli, 2012; 2019). Dal 2004 cura il programma annuale di incontri dedicati alla traduzione presso il Caffè dei Traduttori nell’ambito della Bologna Children's Book Fair.

    Ornella Tajani

    Ornella Tajani insegna all’Università per Stranieri di Siena. Ha tradotto l’opera completa di Rimbaud (Marsilio, 2019) e opere di Cocteau (premio di traduzione Monselice “Leone Traverso” 2012 per L'aquila a due teste), Jouhandeau, Proust, Desjardins, fra gli altri. Si occupa di critica della traduzione letteraria: è autrice di Tradurre il pastiche, Mucchi 2018, e Après Berman, ETS 2021. Fa parte del direttivo del CeST Centro Studi sulla Traduzione di Siena e della redazione di Nazione Indiana.

    Elena Cappellini

    Comparatista e traduttrice, ha pubblicato saggi su Michel Tournier, sul fantastico, sull’immaginario radiofonico, fotografico e anatomico, sul pensiero della differenza di genere. Per le principali case editrici, ha tradotto tra gli altri Delphine de Vigan, David Foenkinos, Leïla Slimani, Frédéric Dard, Simone de Beauvoir, Pierre Lemaitre e John le Carré.

    Damiano Abeni

    È epidemiologo e conduce un’intensa attività di ricerca clinica che ha prodotto oltre 300 articolo scientifici su riviste internazionali peer-reviewed. Traduce poesia americana dal 1973 e collabora con numerose case editrici e riviste letterarie. Tra gli autori tradotti: John Ashbery, Lawrence Ferlinghetti, James Merrill, Mark Strande Charles Wright. È stato Fellow della Fondazione Bogliasco (2008), della Fondazione Rockefeller (2010), e della James Merrill House (2015). È cittadino onorario per meriti culturali della città di Tucson, in Arizona, e di Baltimora nel Maryland. Abita a Roma, nei pressi delle basiliche di San Clemente e dei Santi Quattro Coronati, con la moglie, la poetessa Moira Egan.

    Anna D'Elia

    Lavora da oltre trent’anni nell’editoria. Per le principali case editrici ha tradotto dal francese una quarantina di testi di autori contemporanei. Ha lavorato molto per il teatro, traducendo e adattando per le scene italiane testi di autori contemporanei tra i più interessanti. Ha tenuto e tiene seminari di traduzione in Italia e in Francia. Nel 2017 ha vinto il Premio von Rezzori per la traduzione di Terminus radioso di Antoine Volodine e nel 2018 è stata finalista al Prix Stendhal per la traduzione de Gli animali che amiamo sempre di Antoine Volodine. È Chevalier des Arts et des Lettres de la République française per l’insieme della sua attività di traduttore letterario.

    Federica Aceto

    È traduttrice e insegnante. Ha lavorato per il Dipartimento di italianistica a Dublino e attualmente vive a Roma, dove insegna inglese alla scuola media del carcere di Rebibbia. Attualmente collabora con case editrici come Einaudi, Mondadori e Sur. Ha tradotto oltre cinquanta titoli di narrativa e saggistica di vari autori, tra cui Don DeLillo, Martin Amis, Ali Smith, Stanley Elkin e Lucia Berlin. Nel 2015 ha vinto il premio Gregor von Rezzori per la traduzione del romanzo End zone di Don DeLillo.

    Isabella C. Blum

    È traduttrice e docente di traduzione. Traduce per l’editoria dai primi anni Ottanta.  Ha esordito occupandosi di saggistica scientifica per poi spostarsi gradualmente ad abbracciare un panorama più ampio. Ama lavorare su testi di argomento scientifico con una spiccata qualità letteraria. Dalla seconda metà degli anni Novanta si dedica anche alla formazione dei traduttori. Ha tradotto tra gli altri S. J. Gould, A. Damasio, H. Gardner, E.O. Wilson, O. Sacks, M. Pollan, A. Gopnik, C. Safina e R. Carson. Ha inoltre affrontato alcuni testi darwiniani – taccuini e lettere – in precedenza inediti in Italia. Nel 2020, in occasione delle XVIII Giornate della Traduzione Letteraria, le è stato conferito il Premio di traduzione Giovanni, Emma e Luisa Enriques.