I docenti della Scuola di scrittura Belleville danno i loro consigli su che cosa leggere quest’estate, sotto l’ombrellone o ovunque vi troverete.
Giacomo Papi
Quest’anno indico cinque racconti italiani, da leggere con calma e guardare al microscopio. Forse qualcuno tra chi ha seguito gli incontri gratuiti di BellevilleONLINE me ne ha sentito parlare. Mi pare una ragione in più per ribadire il consiglio.
– La paura, Federico De Roberto
– Il ladro dei lumi, Elsa Morante
– Un giorno felice, Curzio Malaparte
– Il gorgo, Beppe Fenoglio
– Postoristoro, Piervittorio Tondelli
Walter Siti
– Se la strada potesse parlare, James Baldwin
Storia d’amore entusiasmante raccontata con una castità inattesa, e bel quadro dei neri americani.
– Come in una tomba, James Purdy
Racconto apparente di un reduce menomato, in realtà romanzo fantastico e tragedia della repressione.
Marcello Fois
– La rivolta, W. S. Reymont
Una scoperta per chi credesse che si inventa qualcosa: l’antesignano di La fattoria degli animali dove a guidare una rivolta contro gli umani è il cane Rex, magari proprio quello dei recenti telefilm polizieschi. Per chi non l’avesse mai sentito nominare, Reymont è il Premio Nobel per la Letteratura 1924 (primo polacco a vincerlo). Davvero sorprendente.
– Questa tempesta, James Ellroy
Un Ellroy classico, fluviale, estremo come ai bei tempi di American Tabloid. Della trama non vi dico assolutamente nulla se non: L.A. anni Quaranta.
Laura Pariani
– L’ultima intervista, Eshkol Nevo
Uno squarcio sulla “vera” vita degli scrittori. Una struttura originale. Un po’ di ironia ebraica che non guasta mai.
– Peter Pan, Loisel
Un fumetto denso che sa intrecciare potentemente la favola dell’inquietante Isola-Che-Non-C’è con la Londra dickensiana, sporca e cattiva (soprattutto nei confronti dei bambini).
Giorgio Fontana
– Underground, Vladimir Makanin
Un capolavoro della letteratura russa contemporanea, il racconto della mezza età di un intellettuale appunto “sotterraneo”, ormai ridotto in povertà, commovente e comico insieme – un grandissimo atto di fede nel romanzo. Al riguardo Andrea Tarabbia ha scritto un breve pezzo che consiglio come antipasto prima di gettarsi in questo splendido libro.
Paola Capriolo
– La vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo
Oltre che un grande classico, è uno dei libri più divertenti che si possano leggere e soprattutto, per chi coltiva la scrittura, un’ottima scuola di tecnica narrativa. A questo riguardo si può considerarlo un antenato del nostro Italo Calvino, di cui raccomanderei in particolare Se una notte d’inverno un viaggiatore.
Francesca Serafini
– Saga, Tonino Benacquista
Un romanzo divertente in sé, e utilissimo per comprendere il lavoro dello sceneggiatore nelle serie televisive. Mostrando come le esigenze narrative e artistiche in senso più ampio siano condizionate dalle questioni produttive.
– Tutto quello che fa male ti fa bene. Perché la televisione, i videogiochi e il cinema ci rendono intelligenti, Steven Johnson
Una riflessione brillante sul cambiamento delle strutture narrative, in vari ambiti declinate. E una specie di manifesto programmatico a difesa dell’intelligenza dello spettatore, in modo da costruire narrazioni che lo coinvolgano nel completamento delle informazioni, gratificandolo tanto più.
– La più amata, Teresa Ciabatti
Un romanzo che è anche un manuale su come si devono trattare i personaggi senza giudizio. Riuscendoli ad amare anche quando sono detestabili, o a non nasconderne le miserie anche quando suscitano da subito grande coinvolgimento emotivo. Guardarli per quello che sono: tutti indistintamente esseri umani. Nel bene e nel male.
Aaron Ariotti
– Sillabari, Goffredo Parise
Racconti perfetti per chi vuole imparare a scrivere.
– Gambetto di cavallo, William Faulkner
Una raccolta di racconti polizieschi e giudiziari, perché Faulkner sapeva come si costruiscono i personaggi. E poi perché qui dentro c’è il mio racconto preferito in assoluto, Domani (da cui è stato tratto anche un film, mai doppiato in italiano, con un giovanissimo Robert Duvall).
– Poetica, Aristotele
Perché è l’inizio di tutto.
Gaia Manzini
–Amatissima, Toni Morrison
Amatissima di Toni Morrison, prima afroamericana a vincere il premio Nobel, racconta il dramma della schiavitù. Pubblicato nel 1987, questo romanzo non smette di parlarci. Non importa che sia ambientato nel 1870, che i suoi protagonisti siano ex schiavi. Quello che importa è che ci sia al centro Sethe, i suoi trent’anni, il suo essere madre e donna: dunque il suo essere niente. Tranne quando decide di togliere la vita ai suoi figli, per sottrarli a un destino di schiavitù e di donare loro la libertà con un atto d’amore sconvolgente e terribile. Con la sua lucida disperazione e il suo rifiuto di un destino precostituito, ancora oggi Sethe parla a tutte le donne di solitudine e discriminazione.
– L’altra figlia, Annie Ernaux
Questo libro è una lettera a qualcuno che non c’è più. La protagonista, l’autrice, da bambina ascolta per caso una conversazione della madre: prima che lei nascesse c’è stata un’altra figlia, morta di malattia. La figlia buona, la figlia ideale. La morte della sorella è l’origine della sua stessa nascita. L’altra figlia è un libro sul potere magico delle parole, capaci di ridare l’esistenza a chi non c’è più. Ma non solo, questo piccolo e intensissimo libro narra di una famiglia e della scoperta enorme di come la nostra esistenza si fondi anche sulle assenze. Chi se ne va diventa imprescindibilmente qualcuno con cui misurarsi.
Giorgio Falco
– I giorni e gli anni, Uwe Johnson
In quattro volumi, le vicende dell’esistenza di Gesine Cresspahl: dall’infanzia e giovinezza trascorsa nella Germania nazista alla nuova vita nella New York degli anni Sessanta, in compagnia della figlia Marie. Johnson incrocia la storia della vita di Gesine al flusso storico, mediato attraverso le pagine del New York Times, creando così un’epica in cui due luoghi, in anni differenti, convivono all’interno del medesimo spazio letterario.
– American Photographs, Walker Evans
Un classico della fotografia. Gli Stati Uniti degli anni Trenta. Imprescindibile per capire non soltanto la fotografia e l’arte dei decenni seguenti, ma anche molta letteratura americana. Evans non ha avuto nemmeno bisogno di scrivere un testo o aggiungere didascalie, perché nella sequenza fotografica frammenti testuali della civiltà dei consumi riecheggiano all’interno delle fotografie stesse, innestando così un ritmo tra testo e immagine.
Sabrina Ragucci
– Le amanti, Elfriede Jelinek
Brigitte e Paula, operaie in una fabbrica di reggiseni nelle Alpi austriache, sperano di sottrarsi alla loro vita sposandosi. Ma i mariti non faranno che peggiorare la loro condizione. Jelinek orchestra un’alternanza di voci, con un orecchio al ritmo cadenzato, frasi che ricreano le costrizioni e le autolimitazioni delle esistenze femminili in Austria. Un romanzo caustico, eppure, a suo modo e in alcune parti, divertente. Consigliatissimo a coloro che sono stanchi di tanta letteratura consolatoria, se non addirittura medicamentosa.
– Me and My Brother, Robert Frank
È tratto dal primo lungometraggio di Robert Frank, completato e presentato per la prima volta nel 1968 al Festival del Cinema di Venezia. Celebra il ritorno al saggio poetico in forma di assemblaggio, di collage. Me and My Brother intreccia abilmente gli opposti, la contraffazione in contrapposizione all’autenticità, la pornografia in contrapposizione alla poesia, il cinismo della posa Beat in contrapposizione al romanticismo hippie, il bianco e nero in contrapposizione al colore. La storia contiene bizzarri colpi di scena. Il libro include frammenti di immagini e dialoghi di Me and My Brother, insieme a un DVD del film rieditato.
Nicola Fantini
– Hyperion, Dan Simmons
Romanzo di fantascienza “a cornice”: sei personaggi molto diversi tra loro raccontano un pellegrinaggio sul decadente e pericoloso pianeta Hyperion. Ognuno dei sei punti di vista contribuisce a comporre l’affresco di un lontano futuro.
– Grandi speranze, Charles Dickens
Il romanzo di formazione in cui si ritrovano tutti i temi dickensiani. Il protagonista Philip Pirrip (Pip) è accompagnato da una galleria di personaggi che, per quanto secondari, sono tra i più memorabili.
Cristina Marconi
– La figlia, Clara Usón
Come sempre l’autrice spagnola riesce a narrare con una voce profondamente personale e intima storie che hanno una portata pubblica, universale. Qui racconta di Anna Mladic, giovane dottoressa figlia del macellaio di Srebenica, figura tragica dilaniata tra l’amore per il padre e la scoperta delle sue azioni mostruose. Il crollo di un mito che la porterà al suicidio.
– L’esperimento, Mauro Covacich
Gloria è una giovane scacchista disabile, gioca ai più alti livelli, suo padre ha cercato di dimostrare che il genio è qualcosa che si può costruire attraverso l’allenamento e la dedizione. Ma poco prima di raggiungere il titolo di Grande Maestro, la testa di Gloria inizia a fare strane giravolte e i pedoni diventano i protagonisti delle sue visioni. La scrittura è abbagliante, il tema avvincente.
Tim Parks
– Un giorno come questo, Peter Stamm
Stamm impiega un linguaggio apparentemente semplice per creare un’atmosfera di intenso struggimento, attesa, malinconia, ma sempre alleggerita da una vena di finissima ironia.
– Le sere, Gerard Reve
Scritto nel 1947 dal ventitreenne Reve e ambientato nella sua Amsterdam, questo romanzo narra le ultime sere del 1946 del giovane Frits van Egters. Ilare e talvolta terrificante, è forse il più grande capolavoro della letteratura olandese del dopoguerra. Una lettura delirante che lascia stupito il lettore.
Benedetta Bolis
– Salvare le ossa, Jesmyn Ward
L’uragano Katrina sta per abbattersi sul Missisipi. Mentre la minaccia si avvicina, una famiglia di neri americani abbandonata a se stessa si prepara all’emergenza.
In questo romanzo sull’attesa – si aspettano figli mentre si aspetta l’arrivo dell’uragano – la natura spietata travolge le vite di donne e uomini ai margini. Un testo che esprime la sua potenza attraverso l’intensità della scrittura e la nitidezza delle immagini.
– La famiglia Manzoni, Natalia Ginzburg
Come raccontare una famiglia.
Matteo Speroni
– Pieno giorno, J. R. Moehringer
La storia del bandito statunitense Willie Sutton (rapinatore di banche), svolta su due piani narrativi paralleli (in tondo e in corsivo), uno ai tempi della sua “carriera”, negli anni Venti del Novecento, e l’altro negli anni Sessanta quando esce di prigione. Bella la storia (e la cronaca) e scelta narrativa molto efficace (dell’autore di Open, la biografia di Andre Agassi).
– Il risolutore, Pier Paolo Giannubilo
Il racconto della vita di Gian Ruggero Manzoni (pronipote di Alessandro e cugino di Piero), dagli anni Settanta, con la partecipazione alla contestazione, all’arruolamento nei servizi segreti, alle missioni e gli omicidi in Serbia, a molto, molto altro. Una vita estrema (che si interseca con la cronaca e la Storia recente), raccontata direttamente da Manzoni (che è vivo) a Giannubilo, durante lunghi incontri.
In entrambi i libri cronaca e letteratura si intrecciano inscindibili, reciprocamente essenziali.
Gioia Guerzoni
– Robert Lax
Perché era un editor e critico e poeta sperimentale super famoso che dopo aver fatto carriera a New York e vinto premi eccetera molla tutto e se ne va per sempre su un’isoletta greca a farsi i fatti suoi e a guardare i pescatori e a scrivere poesie “da leggere come uno spartito musicale” e ci rimane trent’anni. Oltre ai vari libri di poesia c’è Pure Act: The Uncommon Life of Robert Lax, la biografia di Michael McGregor, e il documentario Why should I buy a bed when all that I want is sleep ? A chamber film with Robert Lax.
– Mary Ruefle
La poesia e la prosa-poesia pubblicata da Wave press (ne ho tradotta una parte per NN e spero di fare il resto). Perché è una writers’ writer e ha un’immaginazione geniale ed è un’artista visiva molto interessante. Non possiede il computer e fuma molto. Un po’ mamma di Lydia Davis, anche per l’umorismo nero. I suoi testi vengono utilizzati e venerati in vari corsi di creative writing americani. Guardare il video “On imagination”.
Enrico Ernst
– La camera di sangue, Angela Carter
Barbablù, Cappuccetto Rosso, La Bella e la Bestia… se voglio parlare della metamorfosi della fiaba, tema di cui sono innamorato, dopo Ionesco, Rodari, Cornia non posso che rileggere ancora una volta questi racconti aspri, gotici, sanguigni e sanguinosi, tragicomici della grande scrittrice inglese degli anni Ottanta Angela Carter: “è un paese del Nord: clima rigido, cuori freddi”. Capolavoro.
– Il Cristo dei pesci, Yoel Hoffmann
Un romanzo che ha un sapore di memoir ma non so se sia un memoir, scritto per brevi racconti (no, testi, illuminazioni) in un elenco per punti, folle, onirico, freddo, lucido e commovente, ironico, stralunato. Uno scrittore israeliano di cui non so nulla, un libro che ho trovato in una libreria di Sesto non ancora prezzato in euro, lievemente ingiallito, e
scritto solo sulle pagine dispari (non è un errore tipografico). “Io voglio chiedere: il mio zio grasso, Herbert Hirsch, ha mai cavalcato un asino?”
Marina Mander
Nathanael West è un genio un po’ dimenticato nonostante due capolavori che raccontano il lato oscuro e a volte osceno dell’America, scritti negli anni ‘30, parlano dell’oggi.
– Esilarante e tragico: Signorina Cuorinfranti (Miss Lonelyhearts)
– Straziante e profetico: Il giorno della locusta, il primo romanzo sulla violenza dello star system da cui John Schlesinger ha tratto un film con un indimenticabile Donald Sutherland nei panni di Homer Simpson. Da leggere, da vedere.
Martino Ferro
Se non li avessi già letti, quest’estate leggerei:
– Un amore, Dino Buzzati
– Manoscritto trovato a Saragozza, Jan Potocki
Giulia Ichino
– Lezioni di fantastica, Vanessa Roghi
Collana I Robinson Laterza
Nel presentare le Favole al telefono su “Il giornale della libreria”, nel 1965, Alfonso Gatto scriveva: «storie nate dallo scontro occasionale di due parole, storie costruite per ricalco, o per rovesciamento di altre storie, storie per giocare, storie nate da errori di ortografia o di dattilografia, invenzioni travestite da ricordi, ricordi travestiti da invenzioni, apologhi, giochi verbali, spunti per romanzi di fantascienza presentati come fiabe, idee per filastrocche non scritte, dialoghi tra proverbi, raccontini che lasciano indovinare le letture di psicoanalisi o di etnografia… Un libro che si potrebbe addirittura usare come un “manuale per inventare storie”». Questo, e moltissimo altro, nel ricco e appassionato libro che Vanessa Roghi dedica a Gianni Rodari. Un libro prezioso.
– Il punto di vista, Gianni Turchetta
Collana Alfabeto letterario Laterza
Un piccolo libro che fornisce alcune coordinate fondamentali e una miniera di spunti per tutti coloro che si accostano alla narrazione con il desiderio di scoprirne e dominarne gli strumenti. E ciascuno degli exempla letterari racchiusi tra le pagine fa venir voglia di leggere un romanzo…
Particolare della copertina del libro di Teresa Ciabatti, La più amata, Mondadori, 2017