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Mix tape di Leonardo Bianchi

    Mix tape: si chiamavano così le musicassette che gli amici si scambiavano negli anni Ottanta, mixando artisti e brani secondo il gusto e l’umore. Nelle “Mix tape” di Belleville un ospite ogni volta diverso consiglia i libri, le riviste, i podcast, i dischi, i film che più lo hanno appassionato e ispirato.
    Questa settimana tocca a Leonardo Bianchi, giornalista, blogger e news editor di VICE Italia, che al nostro invito ha risposto così:

    Romanzo: Libra di Don DeLillo (1988, prima edizione italiana 1989).
    Libra è il motivo per cui ho iniziato ad appassionarmi di teorie del complotto, e che ha definito il mio approccio giornalistico al tema. L’ho letto il primo anno di università e sono rimasto semplicemente folgorato: DeLillo ricostruisce a modo suo l’omicidio di John Fitzgerald Kennedy intrecciando tante storie dentro alla Storia e mostrando che i complotti esistono, certo, ma vivono di vita propria propria – quasi sempre al di là delle intenzioni dei cospiratori. 

    Non fiction: L’uomo laser di Gellert Tamas (2002, prima edizione italiana 2012) .
    Questo è un altro libro che considero formativo. Si occupa di un caso molto poco conosciuto in Italia: una serie di attentati razzisti commessi all’inizio degli anni Novanta in Svezia da John Ausonius, un predecessore di Anders Breivik. A parte il caso in sé, ad avermi colpito è stato il metodo di Tamas: invece di concentrarsi sull’individuo e le sue motivazioni, il giornalista ha ricostruito nel dettaglio il clima politico e sociale della Svezia. Mettendo nero su bianco che, quando una società disumanizza segmenti della sua popolazione, è inevitabile che qualcuno si senta legittimato ad agire. 

    Serie Tv: The Shield di Shawn Ryan (2002-2008) .
    Ispirata a un vero caso di cronaca, questa serie crudissima segue le gesta di un gruppo di poliziotti corrotti (o meglio: dei criminali con il distintivo) in un immaginario distretto di Los Angeles. Oltre ad avere quella che considero la migliore puntata pilota di sempre, The Shield rimane un prodotto televisivo più unico che raro. Anche perché, considerato l’attuale clima politico e culturale (negli Stati Uniti e non solo), un’opera del genere è pressoché impensabile. Ed è un vero peccato. 

    Videogioco: The Last of Us – I e II (2013 ; 2020) .
    In teoria, trascorrere un lockdown immersi in uno scenario apocalittico post-pandemico non dovrebbe essere una grande idea. Eppure ho fatto esattamente questo con The Last of Us (sia la prima parte che la seconda), e devo dire che mi aiutato moltissimo a passare i momenti peggiori dell’emergenza da Covid-19. Si tratta di due capolavori assoluti, sotto ogni aspetto: dalla grafica all’attenzione dei dettagli, passando per la storia e la caratterizzazione dei personaggi. Non a caso è ispirato a un gran romanzo, La città dei ladri di David Benioff. 

    Film: Starship Troopers Fanteria dello spazio di Paul Verhoeven (1997) .
    Questo probabilmente è uno dei film più fraintesi e sottovalutati di sempre. A prima vista sembra un b-movie di fantascienza con una storia ridicola, recitato male e con personaggi stereotipatissimi. Quando l’avevo visto per la prima volta l’avevo interpretato così (ma ero giustificato dal fatto di essere piccolo). In realtà è una raffinatissima satira sulla militarizzazione della società, la nazionalizzazione delle masse e il fascismo – tutti rischi che sono aumentati a dismisura nei (quasi) trent’anni che separano la pellicola di Verhoeven dal nostro presente.

    > Leggi qui gli altri articoli della rubrica “Mix tape”.
    Leonardo Bianchi

    Giornalista e blogger, è news editor di VICE Italia. Ha collaborato, tra gli altri, con Valigia Blu e Internazionale. Ha pubblicato La gente. Viaggio nell’Italia del risentimento (minimum fax 2017) e Complotti! (minimum fax 2021), che è anche una newsletter seguita da migliaia di utenti.