Il 4 marzo inizia su Belleville il Laboratorio di poesia attiva. In dieci lezioni, Aldo Nove – poeta, scrittore e docente della Scuola di Scrittura Belleville – ci guiderà lungo un percorso nel fare poetico, durante il quale la rilettura dei classici si intreccerà all’individuazione dei nuovi linguaggi poetici, per vivere da vicino e “abitare” il mondo della poesia.
> Abbiamo fatto ad Aldo tre domande sul suo modo di intendere la poesia.
Durante il corso parlerai di alcuni dei poeti più importanti della tradizione italiana (Leopardi, Pascoli, Montale…). Quali autori ti hanno influenzato di più all’inizio del tuo percorso di scrittura?
Tutti! Nel senso che nel momento in cui ho scoperto come le parole si incontrano e si scontrano tra loro, generando imprevedibili e sempre nuovi fuochi d’artificio, non ho mai smesso di cercare ovunque, e in chiunque, la loro potenza, la loro fantasia! E anche per questo corso ho scelto modelli disparati di poesia, dal più vecchio (Pascoli, forse il primo poeta davvero “moderno”) al giovane Tiziano Scarpa. Ho evitato, per ragioni linguistiche, poeti dei secoli passati, ma che citerò comunque, e spesso…
Che influenza hanno – se ce l’hanno – sulla poesia contemporanea i linguaggi “non verbali” (cinema, arti visive)?
La poesia esiste da oltre 5.000 anni, il cinema da 100 e tre manciate di decenni circa. Ma forse nessuno sa, ad esempio, che il primo kolossal della storia del cinema è stato sceneggiato da uno dei nostri grandi poeti di fine Ottocento, D’Annunzio. Così come Pier Paolo Pasolini ha deciso di fare poesia anche con il cinema. Per quanto riguarda le altri arti il connubio è sempre stato fortissimo. Michelangelo e Leonardo sono stati anche poeti. E fino al 1700 la poesia è sempre stata accompagnata dalla musica…
Dopo le avanguardie e le sperimentazioni del secondo Novecento, è ancora possibile, per chi scrive poesia oggi, avere uno stile originale?
Lo è sempre. La poesia è stata e rimane il laboratorio dell’alchimia dei linguaggi che, DOPO, possono trovare qualunque altra forma espressiva (non necessariamente, “immediatamente” artistica: pensiamo alla pubblicità, che deve tutto il suo codice linguistico alla poesia!).
I commenti sono chiusi.