Le sirene della notte è l’opera prima di Diana Chiarin, un romanzo senza filtri e tuttavia lieve; una scrittura che cattura, con grazia e ironia, lo scintillio malinconico di un amore fragile.
“Inamabile. Inadeguata. Indegna.” È così che si sente la protagonista di questo romanzo. La prima mutilazione l’ha subita appena nata e ha colpito il suo nome, che da Denise è stato decurtato in Denis dall’impiegato dell’anagrafe. Poi è stata la volta dello stomaco, e dei troppi centimetri di pelle da ricucire. Denis è di Mestre, e come la sua città – stretta tra la nobildonna Venezia e l’operaia Marghera – stenta a definire la propria identità. Pur essendo vegana, lavora di notte in un ingrosso di pesce, perché detesta la gente, la falsità, i corporativismi. Trova gli uomini eccessivamente basici, le donne ipocrite e invadenti. Tra le poche persone a cui vuole bene c’è Anastasia, nata Angel, una transessuale anche lei cittadina della notte, che sulla scelta di non operarsi basa la sua vita tormentata e al tempo stesso gioiosa. Denis diventa la sua migliore amica, ma le cose si complicano quando un giorno Anastasia si presenta a un appuntamento nelle vesti di Angel – e tra queste due creature anfibie nasce qualcosa che dovrà mantenersi in equilibrio sul filo sottile dei sentimenti.
Classe ’69, è nata e cresciuta a Mestre in provincia di Venezia. Disordinata per stile di vita, ha provato a mettere ordine almeno nella scrittura, frequentando laboratori e confrontandosi con insegnanti e metodi, cercando quella che potesse essere la sua voce, il suo personale stile. Legge molta poesia che ritiene essere una forma di resistenza alla vita. Ama leggere, onnivora, con una predilezione per i racconti. Scrivere la rende libera e, a volte, incontra storie che diventano un’ossessione e spera sempre di essere, a sua volta, l’ossessione delle storie che esigono d’essere raccontate. Le sirene della notte (Mondadori 2024) è il suo romanzo d’esordio.